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Domenica mattina 8 agosto ci alziamo, facciamo colazione, chiudiamo casa e partiamo. Obiettivo: Biot, ora di pranzo.
In linea di massima preferiamo percorrere strade statali e comunque secondarie. Quando i trasferimenti sono molto lunghi però siamo obbligati a servirci della rete autostradale o il tempo a nostra disposizione non sarebbe sufficiente.
Percorriamo dunque a tappe forzate la bellissima autostrada che porta al confine francese, proseguendo quindi verso l'uscita Sophie Antipolis. Pranziamo con gli amici che abitano in Costa Azzurra, nell’entroterra di Antibes.
Nel pomeriggio, abbandonati a noi stessi dai nostri ospiti, resi indisponibili da un'impegno improcastinabile che li terrà occupati per tutta la serata, andiamo a passeggiare per le vie di Antibes trattenendoci a lungo sul molo del grande porto turistico, tra gli yacht e nell'estemporaneo incontro con una stimolante opera d'arte.
La scultura, Nomade, installata sul Bastion Saint-Jaume nell'estate del 2007, all'interno del Porto turistico, è stata concepita dell'artista catalano contemporaneo Jaume Plensa (1955) che oggi vive e lavora a Barcellona e Parigi. Sei tonnellate d'acciaio in cui sono forgiate le lettere che disegnano i contorni di questa struttura di 8 metri d'altezza (vedi articolo a parte).
Alla sera andiamo a cena nella Vieux Antibes: Restaurant l’Oursin in Place de la Repubblique, cena a base di ostriche – che Cristina adora – anche se la stagione non sarebbe favorevole: agosto è infatti un mese senza “r”.
L’indomani mattina, dopo colazione, salutiamo i nostri amici, d'accordo di rivederci sulla via del ritorno, e ci rimettiamo in viaggio.