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Abbiamo conosciuto Milko Marchetti attraverso le sue fotografie, visitando – all'Abbazia di Pomposa – una sua mostra personale grazie alla quale abbiamo avuto modo di apprezzare l'abilità di questo fotografo pluripremiato nel riprendere gli animali e la natura. In seguito, lo abbiamo seguito su FB. Siamo venuti così a conoscenza del workshop fotografico organizzato da lui sul Delta del Po a marzo. Si trattava di assistere a una dimostrazione di come si organizzi sul campo un fotografo naturalista (foto di Cristina Risciglione, testo di Renato Corpaci).
Per cogliere l'immagine di un animale o di un gruppo di animali, che si muove in maniera erratica e raramente in linea retta, bisogna preparare ogni scatto, anticipando le mosse del soggetto. Certo, si può essere fortunati. Può accadere cioè che tutto si componga come per miracolo davanti ai nostri occhi. In quel caso, basta possedere dei discreti riflessi, sangue freddo e una sufficiente preparazione tecnica, nulla che non si possa mettere insieme con un po' di studio e molta pratica. Quando però si è magari affrontato un viaggio di centinaia di chilometri, non si può fare affidamento sulla fortuna d'incocciare nell'inquadratura giusta. O, almeno, un po' di “mestiere” non guasta.
Sicché, abbiamo fatto il check-in all'albergo Uspa di Goro e abbiamo aspettato che arrivassero gli altri partecipanti e il docente. Per la cena siamo ritornati alla Locanda degli antichi sospiri, e tra un boccone e l'altro, abbiamo familiarizzato con i nostri compagni.
Il giorno successivo, siamo tornati al ponte di barche di Santa Giulia, dove ci siamo imbarcati con Alberto Barini, che conosciamo già, per essere stato precedentemente la nostra guida nel Delta del Po.
Un po' di foschia, spiega Milko, può essere un'ottima componente per una foto suggestiva.